Una nuova legge elettorale

Una nuova legge elettorale

Una nuova legge elettorale

dal Voltapagina di Marzo 2013

Gentile direttore di Voltapagina,
vorrei proporre dalle pagine di questo giornale una nuova legge elettorale per garantire in futuro la governabilità dell’Italia. Già avevo proposto una riforma per uscire dalla crisi e non sono stato ascoltato, con le nefaste conseguenze che avete tutti sotto gli occhi. Quindi, io se fossi in voi mi darei retta.
È chiaro che per governare saldamente il paese serve la maggioranza assoluta sia alla Camera sia al Senato: per essere sicuri che questo avvenga ad ogni tornata elettorale, è di fondamentale importanza che dopo le elezioni i gruppi parlamentari si diano appuntamento al Circo Massimo e da lì partano di corsa a seconda del ramo di appartenenza alla volta o della Camera o del Senato.
Una volta che sarà entrato di corsa a palazzo Montecitorio e a palazzo Madama un numero di parlamentari tale da garantire il numero legale, questi si barricheranno vivi nell’emiciclo, lasceranno passare due giorni mentre gli altri busseranno insistentemente contro il muro, infine si conteranno. Ovviamente saranno rimasti solo i parlamentari più giovani e aitanti. Se nessuno dei gruppi parlamentari avrà raggiunto la maggioranza assoluta, il gruppo che si trova ad avere la maggioranza relativa potrà far calare dalle finestre un numero congruo di propri rappresentanti al fine di poter governare con stabilità, nel nome del ricambio generazionale e della riduzione del numero dei deputati.
Nel caso in cui Camera e Senato presentino due maggioranze diverse si potrà procedere con la seconda fase di selezione, che consisterà nella tortura medievale dell’Autogrill: il buffet dei palazzi di governo verrà rifornito di sola Rustichella finché non venga a verificarsi un numero di ricoveri forzati o decessi tale da garantire una maggioranza.
Questa è la parte di riforma che riguarda il passaggio tra l’esito delle urne e la formazione di un governo. Ma l’altro grosso problema della democrazia italiana sono gli italiani che votano. Il principio, assai democratico ma dagli esiti spesso disastrosi, che tutti hanno diritto di voto e che ogni voto ha lo stesso valore ha causato a mio avviso abbastanza danni. Il voto di una persona intelligente, formata e informata non può valere quanto quello di uno che guarda Pomeriggio Cinque. Purtroppo, sarebbe una sorta di abuso di potere concedere il diritto di voto solo a chi non guarda Pomeriggio Cinque; e sarebbe comunque puro arbitrio scegliere di escludere chi guarda Pomeriggio Cinque e permettere di votare a chi guarda L’Isola dei Famosi.
Pertanto nella mia proposta di legge elettorale la soluzione è tanto banale quanto efficace: esprimere il proprio voto dovrà essere un’operazione sommamente complessa.
Ogni elettore dovrà recarsi alle urne e ritirare il libretto di istruzioni per il voto, un corposo manualetto di una cinquantina di pagine. Una volta mandate a mente le istruzioni, l’elettore andrà dal Presidente del proprio seggio che gli consegnerà la propria matita copiativa, un pacco dell’Ikea, la scheda e la mappa con le indicazioni su dove costruire la propria cabina elettorale (a una distanza di almeno seicento metri dal seggio e preferibilmente sopra una pianta ad alto fusto). Nessuno dei componenti del seggio potrà dare indicazioni. Nel segreto della propria cabina, peraltro costruita con grande soddisfazione dal medesimo, l’elettore dovrà esprimere il proprio voto e indicare la propria preferenza traslitterando il nome del candidato prescelto in cirillico. Infine la scheda dovrà essere ripiegata fino ad ottenere l’origami di un tricheco. La cabina dovrà essere smontata e riconsegnata al Presidente del seggio.
Solo chi riuscirà ad interpretare ed eseguire correttamente tutte queste operazioni, illustrate nel manuale, avrà espresso un voto valido: il diritto di voto sarà sì garantito a tutti, ma solo chi si dimostrerà in grado di comprendere ed eseguire una serie di istruzioni dettagliate riuscirà a votare.
E finalmente vincerà la democrazia.

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