Sono nato a Mantova nei primi giorni dell’86. Questa cosa, però, risponde alla domanda “quando sei nato?”, che nessuno ha ancora posto. Il titolo della pagina è “chi sono?”, quindi bisognerà battere un’altra strada.
Sono Michele Mari, vivo da sempre a Volta Mantovana e ho portato a termine il mio corso di studi all’Università di Bologna. Anche stando a Bologna, però, sono rimasto di Volta Mantovana. Questo fatto curioso, per giunta, si è verificato anche in altre circostanze: a Nizza, per esempio, ma anche a Stoccolma, mentre passeggiavo per la Camargue o mangiando degli Sfnikerals al buffet dell’Ikea di Roncadelle.
Scrivo un po’ per diletto e un po’ per pecunia. La pecunia, pochissima, deriva dal giornalismo sportivo: tratto di calcio dilettantistico mantovano per i giornali locali. Per diletto, scrivo roba in tutte le salse, poesie, racconti, aneddoti, aforismi e canzoni, sia in italiano sia nel dialetto parlato dalle mie parti.
Non mi vanto di aver vinto premi, anche perché non li ho vinti: ogni volta che sono arrivato in qualche selezione finale, mi sono classificato secondo, meritandomi a pieno titolo l’appellativo di “Toto Cutugno mantovano”. Dal momento che, però, non è un appellativo cui sono molto legato, preferisco non parlarne. Per più di un motivo, anche per il rotacismo che mi contraddistingue, nonché per lo spessore di buonumore connaturato alle mie canzoni, mi sono meritato l’appellativo di “Guccini mantovano”, che non mi piace perché in realtà la mia erre è diversa e le mie canzoni sono meno belle delle sue. Nessuno mi ha ancora dato l’appellativo di “Gianni Brera mantovano”, al quale terrei parecchio. Essendo distante dal raggiungere l’appellativo di “Rocco Siffredi mantovano”, anche se è solo questione di centimetri, mi adeguo alle definizioni che mi danno, lavorando però per diventare il “me stesso voltese” al più presto.
La mia estrazione però mi ha portato in dote l’indovinato soprannome di “bardo”. Sarà l’idea di località, sarà la vocazione al racconto, sarà che rende il concetto di “fil di ferro e spago” che mi piace tanto, sarà che vocalmente mi esprimo come Assourancetourix, ma il nome me lo tengo stretto.
Tutta la roba che ho scritto sta in una scatola di latta blu sulla mia scrivania. Da questo, la latta del bardo.
Pian piano, caricherò su questo sito tutta la roba che ho prodotto, ma non trascurerò l’aspetto più da blog vero e proprio.
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