Lettera ad un architetto
(marzo 2006)
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Re Sol
Insegnami ad avere la tua faccia tosta
Re La
Ad avere sempre pronta la risposta
Re Sol
Insegnami ad avere le donne ai tuoi piedi
Re La
Insegnami un’unghia del Dio in cui credi
Sim Fa#m
Insegnami a fare anche finta di niente
Sol La
Ad alzare la mano e dirmi assente
Sim Fa#m
Insegnami ad amare di meno
Sol Re
Ma meglio di così
Insegnami le pause e a contare le battute
A non rivolere le cose perdute
Insegnami i tempi per battere e parlare
E a parlare senza nemmeno sbagliare
Insegnami i momenti per passare lo straccio
E fare più dritti i segni che traccio
Insegnami a perdere di meno
Ma meglio di così
Insegnami la nuova teoria urbanistica
L’architettura e ogni cifra stilistica
Insegnami i dosaggi, i metri e gli spazi
Per misurare i giorni che passi
Insegnami la statica per non fare cadere
Le case, le balle, il morale, il bicchiere
Insegnami a capire di meno
Ma meglio di così
Insegnami la formula per gli sbalzi d’umore
E dopo le sbronze a non mostrare pallore
Insegnami a non scrivere canzoni e poesie
E non dire parole se non son le mie
Insegnami la santa dignità che possiedi
E dammi i tuoi occhi o dimmi che vedi
Insegnami a pensarci di meno
Ma meglio di così