Category Archives: Poesie in italiano

Bologna città di bici buganville
rampicanti alle ringhiere
intorno alla stazione.
Io qui
ammiro la ferraglia impiccata ad ogni palo
con sincera emozione.
Io qui, Bologna
coi miei tempi di campagna
ogni giorno mi stupisco
delle vostre abitudini.
Io spiaggia ad ogni nuova onda del mare
aspetto il verde
per attraversare.
[2004]

The handkerchief of the Lord

The handkerchief of the Lord

THE HANDKERCHIEF OF THE LORD

Eravamo andati a Firenze io Alberto e il Baio.
Preso l’Eurostar alla stazione {oggi l’hanno soppresso},
arriviamo alle dieci e facciamo colazione non mi ricordo dove.
Pioveva che Dio la mandava.
ci siamo rifugiati in una chiesa e poi ad una mostra
-ho ancora il biglietto incastrato nella cornice di una stampa
di Hugo Pratt che ritrae l’Oceania, tra quello
del concerto di Bob Dylan e un angelo del Parmigianino
[se non sbaglio]
della rocca di Fontanellato (questo sono sicuro)-
La visita a Firenze non è diversa da quella che avete fatto voi
a meno che non siate di Firenze o non siate mai stati a Firenze.
In più solo qualche nota di colore che tre amici a zonzo
nell’assolato agosto dell’ultimo anno palindromo
hanno fissato nella mente tanto che basta un accenno per ridere
(parlo ad esempio del Baio che litiga con il guardiano
delle cappelle medicee o le foto di noi nelle pose plastiche
delle statue di piazza della Signoria scattateci da un divertito turista anglofono).
L’Arno non straripò, i giardini di Boboli non ebbero un aspetto diverso
da quello del giorno dopo. Le chiese, tutte normali.
Al ritorno in treno incontrammo nientemeno che
Serafino! Serafino Massoni, il preside del nostro liceo
-mio e di Alberto, veramente, il Baio faceva la scuola privata-.
Stava tornando da Roma e ci regalò le pubblicità
degli ultimi libri che aveva dato alle stampe
[Le rose del Vaticano, La notte delle Aquile, Storia dell’editoria
non ne ho mai letto nemmeno uno].
Allora non sapevo che, con The Sinking of the Rueben James (Woody Guthrie)
che avevo appena ascoltato
[what was their names, tell me….]
nelle orecchie
avrei letto le poesie di Whitman
nella sala d’attesa
della stazione degli autobus di Mantova
mentre un grassa negra mi guardava strano
e pensavo di essere in Virginia
solo che il vecchio con una testa di drago
scolpita sul bastone chiese alla bigliettaia:
-La me sculte, quand’è che la part la curiera par Sarìda?-
Una tardiva nevicata addolciva l’inizio di Marzo;
erano passati due anni e mezzo dall’ultima volta che ero stato a Firenze.

[2005]

Grimpeur

Grimpeur

GRIMPEUR

Si alza sui pedali e va e attacca sul pendio
appena inizia: ha una maglia arancione
e pure il volto lo sarebbe
se il destino non l’avesse
fatto nascere nel Messico.
E su, la salita è appena iniziata, è un Gran Premio di prima categoria
ce n’è da arrampicare.
Io sono sul divano del salotto buono e mi reggo ai braccioli.
e quando con un distacco siderale dal gruppo scollina
e si butta in discesa addentando un panino
per resistere agli ultimi chilometri
io credo che allora c’è un modo per staccarsi dal gruppo
bisogna attaccare appena la pendenza sale
non importa di quanto né quando.

Il Messicano che attaccava non vinse il Giro perché a cronometro perdeva ore.
a partire già da soli non c’è gusto.
Lo ripresero l’anno dopo quando era l’ombra di se stesso
e in salita si staccava dal gruppo, ma dal fondo.
Non si rivide più un attacco di Perez Cuapio
da farmi attaccare ai braccioli e inforcare la mia bici rossa
per vedere se solo sui sa staccarsi.

Davide, lo vedo in difficoltà: pensi che si riaccoderà al gruppo? Ma vedi, Auro, quando uno si stacca subito vuol dire che oggi ha qualcosa che non va. Forse è in crisi di fame… non penso che li riprenderà anche perché davanti tirano forte, guarda, vanno su anche con il diciotto, diciannove. Se si danno il cambio, è spacciato.

Vi sto ancora inseguendo, fuggitivi:
l’erta è lunga e la pendenza non ammette recuperi,
guai se c’è un tornante.
Non so quant’è la soglia dei miei battiti
il numero limite dopo il quale si chiude
non so quanto ossigeno portano i miei polmoni
e quanti litri inspirerò ancora prima di soffocare.
Ma quel poco che ho ancora nelle gambe e nella testa
mi dà la certezza che vi mangerò ogni secondo
chilometro per chilometro
anche se il pubblico sarà sciamato verso casa
e nessuno mi verserà acqua in testa o mi spingerà
-lo so, ho preso tutto il distacco nelle tappe facili:
mi rilassavo, in mezzo al plotone quasi senza pedalare,
e chi tirava si sfiancava per nulla, dicevo
il Giro si decide nei tapponi.
Così arrivai per ultimo all’inizio del difficile
e i primi metri mi piantai-
ma sto arrivando a succhiarvi le ruote
policromi omini sicuri della vostra
frequenza cardiaca e capienza polmonare.
[2005]