Chi gioca a briscola
dal Voltapagina di Giugno 2012, pag. 9
Sullo scorso numero di Voltapagina abbiamo letto un articolo che provava scientificamente quanto faccia bene, alla mente e al corpo, il gioco delle bocce. I benefici delle bocce sono talmente evidenti che quasi non richiedono alcuna giustificazione teorica. D’altra parte, ci pare opportuno con il presente articolo rendere onore anche a un altro sport che aiuta a tenersi in salute ad ogni età: la briscola.
La briscola, prima di tutto, come diceva il pensatore cretese Trischitalone, è l’archè, il nome col quale i filosofi greci chiamavano il principio da cui deriva l’intero universo.
Filippo, il medico di Alessandro Magno, sosteneva che la briscola sollecita l’attività delle dita, degli avambracci e stimola l’attività neurologica che si declina anche nella speculazione metafisica. A tutti questi benefici va aggiunta l’importanza della briscola per la colonna vertebrale, stimolata quando ci si china per raccogliere una carta che è caduta per terra.
Un celebre trattato di Adelardo di Bath, il De ludo briscolatorio, esalta la briscola come sport che richiede virtù intellettuali, abilità manuali e tantissima concentrazione. Per Adelardo la briscola, un’attività che persone di diverse età possono svolgere insieme, è anche uno sport assolutamente non violento a meno che i giocatori non si arrabbino e inizino a picchiarsi. Anche filosofi più vicini a noi hanno apprezzato la briscola: ad esempio, Karl Marx vedeva nel due di briscola l’immagine del proletariato urbano che lotta contro la borghesia.
Ma i dati più interessanti ci arrivano da una ricerca del professor Pacman, direttore dell’Istituto superiore per gli studi della medicina dello sport, settore briscola. È stato calcolato che in una partita di briscola, ad ogni mano si impiegano 8,9 secondi per controllare le proprie carte, 3,7 secondi per elaborare la strategia vincente, 10,2 secondi a calcolare mentalmente i punti e 6,4 secondi a calcolare mentalmente i punti che può avere l’avversario. In tutto, una mano di briscola richiede almeno trenta secondi di intensa attività cerebrale, circa il doppio di quelli richiesti in un’intera partita di tamburello e comunque molti di più di quelli impiegati in media della popolazione italiana quando si reca a votare. Tutti questi dati devono essere triplicati in riferimento all’ultima mano, portando in totale a cinque minuti il tempo impiegato a pensare in una sola partita: al di là dell’importanza per il benessere del cervello, bisogna ricordare che pensare cinque minuti comporta un dispendio di circa 13 calorie, l’equivalente di un quarto di biscotto Oro Saiwa.
Parliamo dei benefici per le articolazioni: l’impugnatura delle carte favorisce l’esercizio dei flessori delle dita, provocando indirettamente un migliore pompaggio del sangue in tutto il corpo, fare i segni al compagno tiene in forma i muscoli facciali e, per quanto riguarda il segno del cavallo, l’articolazione della spalla, l’operazione di pescaggio della carta migliora la postura e la flessibilità dell’adduttore, mescolare migliora la coordinazione dei movimenti degli arti superiori e rappresenta un’efficace prevenzione per l’artrite. Per disputare una partita di briscola si possono fare fino a 3 chilometri, ma è un dato che varia da individuo a individuo e dipende essenzialmente dalla distanza tra la propria abitazione e il bar più vicino. Bere il classico bianchino di accompagnamento alla partita comporta un notevole miglioramento per la funzionalità del gomito ma, trattandosi comunque di sostanza alcolica, non bisogna esagerare: il professor Pacman consiglia di limitarsi a un bianchino, un fernet e un boero ogni ventiquattro-trentasei ore, da assumere rigorosamente a stomaco pieno.
Quindi giocare a briscola, ricordandosi di non esagerare col bere, è una validità attività fisica e intellettuale: ma, dice il professor Pacman, quando si arriva in età avanzata, è meglio non forzare le proprie prestazioni e prendersi piccole pause, seguendo sei partite in piedi dietro un amico (con effetti positivi per la circolazione nelle gambe) ogni dodici partite giocate. L’ultima parte dello studio consiglia di non vestirsi con la giacca di fustagno e il cappello di feltro anche ad agosto, per il pericolo di incappare in qualche malanno, ma sappiamo quanto i giocatori di briscola siano legati alla propria uniforme regolamentare.
A tutti auguriamo una felice estate e tanta, tanta, tanta briscola!
P.S.: Nessun giocatore di briscola è stato maltrattato per la realizzazione di questo studio.