Angeli e demoni al Pnón

Angeli e demoni al Pnón

Angeli e Demoni al Pnón

racconto segnalato al Festival degli Scrittori della Bassa di Pegognaga e pubblicato nell’antologia I misteri della bassa, E.Lui editore, Reggiolo, 2011.

Si dice che durante gli esorcismi il fatto che il diavolo riveli il proprio nome sia un primo segno di cedimento e l’inizio della liberazione per il posseduto.
La motosega che adoperava il Nedo non ha mai parlato. Io lo ritenevo un chiaro sintomo del fatto che il demone che l’abitava non avesse la minima intenzione di andarsene.
Lucifero arrivò in riva alla bonifica di Po un mattino del 1975 e si insediò in una nuovissima BCS blu riposta sotto il fienile di una corte. Agli arcangeli non dovette sembrare una mossa particolarmente brillante, ma il loro più scafato ex-collega la sapeva lunghissima e li sbalordì.
Da allora ogni mattina fu uguale: il Nedo si avvicinava alla motosega, afferrava la corda dell’avviamento e la tirava una prima volta; il motore non dava segni di vita. Si accendeva soltanto al ventiquattresimo tentativo, dopo altrettante bestemmie sempre più creative. Gli arcangeli dalla nuvola sentirono il loro dio associato ad animali da bassa corte, attrezzi agricoli, flora appenninica, donne lascive. Lucifero, da dentro la BCS, si compiaceva.
Il Nedo cercò per anni di mettere a punto quel motore: sapeva che da esso dipendeva anche la sua redenzione. Dovette arrendersi, ignaro, al mistero.

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