THE HANDKERCHIEF OF THE LORD
Eravamo andati a Firenze io Alberto e il Baio.
Preso l’Eurostar alla stazione {oggi l’hanno soppresso},
arriviamo alle dieci e facciamo colazione non mi ricordo dove.
Pioveva che Dio la mandava.
ci siamo rifugiati in una chiesa e poi ad una mostra
-ho ancora il biglietto incastrato nella cornice di una stampa
di Hugo Pratt che ritrae l’Oceania, tra quello
del concerto di Bob Dylan e un angelo del Parmigianino
[se non sbaglio]
della rocca di Fontanellato (questo sono sicuro)-
La visita a Firenze non è diversa da quella che avete fatto voi
a meno che non siate di Firenze o non siate mai stati a Firenze.
In più solo qualche nota di colore che tre amici a zonzo
nell’assolato agosto dell’ultimo anno palindromo
hanno fissato nella mente tanto che basta un accenno per ridere
(parlo ad esempio del Baio che litiga con il guardiano
delle cappelle medicee o le foto di noi nelle pose plastiche
delle statue di piazza della Signoria scattateci da un divertito turista anglofono).
L’Arno non straripò, i giardini di Boboli non ebbero un aspetto diverso
da quello del giorno dopo. Le chiese, tutte normali.
Al ritorno in treno incontrammo nientemeno che
Serafino! Serafino Massoni, il preside del nostro liceo
-mio e di Alberto, veramente, il Baio faceva la scuola privata-.
Stava tornando da Roma e ci regalò le pubblicità
degli ultimi libri che aveva dato alle stampe
[Le rose del Vaticano, La notte delle Aquile, Storia dell’editoria
non ne ho mai letto nemmeno uno].
Allora non sapevo che, con The Sinking of the Rueben James (Woody Guthrie)
che avevo appena ascoltato
[what was their names, tell me….]
nelle orecchie
avrei letto le poesie di Whitman
nella sala d’attesa
della stazione degli autobus di Mantova
mentre un grassa negra mi guardava strano
e pensavo di essere in Virginia
solo che il vecchio con una testa di drago
scolpita sul bastone chiese alla bigliettaia:
-La me sculte, quand’è che la part la curiera par Sarìda?-
Una tardiva nevicata addolciva l’inizio di Marzo;
erano passati due anni e mezzo dall’ultima volta che ero stato a Firenze.
[2005]